Abbiamo appreso che numerose scuole stanno richiedendo alle famiglie un contributo scolastico che va da €20 a 90€ ad alunno.
In ragione dei principi di obbligatorietà e di gratuità, non è consentito richiedere alle famiglie contributi obbligatori di qualsiasi genere o natura per l’espletamento delle attività curriculari e di quelle connesse all’assolvimento dell’obbligo scolastico (fotocopie, materiale didattico o altro), fatti salvi i rimborsi delle spese sostenute per conto delle famiglie medesime (quali ad es: assicurazione individuale degli studenti per RC e infortuni, libretto delle assenze, gite scolastiche, etc.).
Eventuali contributi possono dunque essere richiesti solo ed esclusivamente quali contribuzioni volontarie con cui le famiglie, con spirito collaborativo e nella massima trasparenza, partecipano al miglioramento e all’ampliamento dell’offerta formativa degli alunni, per raggiungere livelli qualitativi più elevati.
E’ pertanto illegittimo dare un carattere di obbligatorietà ai contributi scolastici e tali comportamenti adottati da alcuni dirigenti scolastici, oltre a danneggiare l’immagine dell’intera amministrazione scolastica e minare il clima di fiducia e collaborazione che è doveroso instaurare con le famiglie, si configurano come vere e proprie lesioni al diritto allo studio costituzionalmente garantito dall’art.34 della Costituzione.
L’Unione Nazionale Consumatori si schiera a favore delle famiglie che si sono viste precettare il pagamento di un contributo scolastico obbligatorio che obbligatorio non è.
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