Una nuova vittoria per i consumatori!

Il giudice di pace di Perugia con una recente sentenza, ha condannato Poste Italiane al pagamento dell’intero importo risultante dai conteggi, come stampati sul retro di due buoni postali fruttiferi serie A F.  emanati nel gennaio 2001.

Sebbene sul retro del buono fruttifero era indicata la dicitura “l’importo raddoppia dopo 9 anni e 6 mesi e triplica dopo 14 anni al lordo delle ritenute erariali…” Poste Italiane aveva rimborsato al risparmiatore, circa 1/3 dell’importo promesso.

Poste Italiane si era difesa richiamando quanto stabilito dal Decreto del Ministero del Tesoro del 19 dicembre 2000, pubblicato su Gazzetta Ufficiale n. 300 del 27/12/2000, affermando che la nuova normativa dispone la sostituzione della serie di titoli sottoscritti dalla ricorrente (serie AF) con un’altra (serie AA1) caratterizzata da un diverso rendimento.

Sebbene Poste Italiane abbia riferito di avere dato pubblicità esponendo un avviso pubblico nei propri locali e rinviando ai fogli informativi la descrizione delle condizioni di rendimento dei nuovi buoni fruttiferi, non è riuscita a provare di aver consegnato la documentazione al risparmiatore  al momento della sottoscrizione dei buoni.

Inserendosi sulla scia delle pronunce del Abf e della ormai storica decisione della Suprema Corte del 2007, il giudice di pace di Perugia ha affermato la prevalenza delle condizioni come sottoscritte dal risparmiatore.

I possessori dei buoni serie A F che siano scaduti o che stanno in scadenza possono contattare l’Unione Nazionale Consumatori al fine di verificare se ci sono le condizioni per ottenere il rimborso di tutti gli interessi effettivamente dovuti.