Il giurì bancario Ombudsman si è espresso in merito a due ricorsi presentati da due azionisti di Veneto Banca sulla mancanza di trasparenza sulla vendita delle azioni e sulla svalutazione delle stesse.
Il giudizio dell’organo di vigilanza è stato netto: «la banca non ha comunicato le indicazioni relative al fatto che il prodotto acquistato apparteneva ai prodotti finanziari illiquidi, comunicazioni che sono fondamentali per permettere al cliente di essere informato su ciò che acquista».
Il giurì ha dunque imposto una sanzione per la banca pari a 4.000 euro e 2.000 euro, rispettivamente per il primo azionista che aveva acquistato azioni per 25 mila euro, e per il secondo che ne aveva acquistate per 8 mila.
Al di là delle cifre, che più di uno riterrà irrisorie a fronte dei soldi perduti, ciò che è appare importante è che ancora una volta è stato confermato il sacrosanto diritto dei consumatori ad essere informati adeguatamente su ciò che realmente stanno acquistando in banca e che quindi è stato censurato il comportamento di chi ha venduto le azioni di Veneto Banca senza specificare che quel tipo di investimento comportava l’acquisto di titoli difficilmente rivendibili e sostanzialmente illiquidi.
Forti delle argomentazioni rese dal Gran Giuri Bancario, per gli azionisti non resta che andare avanti con la giustizia ordinaria al fine di ottenere il risarcimento dei danni subiti e la restituzione di tutti i soldi inizialmente investiti.