Sul sito di Molfettalive è stata pubblicata l’intervista all’Avv. Antonio Calvani dell’Unione Nazionale Consumatori sulla questione dei sacchetti a pagamento nei reparti ortofrutta.
In particolare l’Avv. Antonio Calvani ha osservato che è assolutamente positiva l’indignazione dei consumatori per questo ulteriore balzello, anzi che ci sia di rallegrarsi del fatto che le persone non siano più disposte a farsi prendere in giro.
Del resto è stato dimostrato che quando i consumatori si uniscono sanno ben difendersi contro le aziende. La vittoria contro la fatturazione a 28 giorni stabilita a priori dalle compagnie telefoniche ne è una prova.
Gli operatori della telefonia pensavano di farla franca (portando a casa aumenti surrettizi del 8,6 per cento) e invece, anche grazie alla sollevazione popolare, abbiamo ottenuto una legge che li obbligherà, dal prossimo febbraio, a ripristinare la fatturazione mensile.
Se siamo tutti d’accordo che la sostenibilità ambientale sia una priorità, non è ben chiaro perché non consentire al consumatore di fare a meno dei sacchetti a pagamento (almeno per quella frutta che può essere portata sfusa alla cassa) o perché vietare le buste riutilizzabili che porterebbe benefici di gran lunga migliori nel ridurre la produzione di plastica.
E invece i consumatori si ritrovano a pagare tra 2 e 5 centesimi per i sacchetti a pagamento della grande distribuzione, mentre nei piccoli esercizi il prezzo potrà arrivare fino a 10 centesimi.
Colpisce inoltre il silenzio della Grande distribuzione: quelle grandi catene di vendita sempre così prodighe di fantasiose campagne pubblicitarie nelle quali si dichiarano “amiche” dei consumatori, perché oggi (per la maggior parte) restano in silenzio?
Troppo facile dire che l’obbligo di “tassare” i consumatori deriva dalla legge!